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Impianto a singolo illuminatore

Impianto a singolo illuminatore

Sicuramente, fra le diverse tipologie d’impianto, quello fisso monofeed è sicuramente il più semplice e meno oneroso. Come s’intuisce dal nome “monofeed, o singolo illuminatore”, si dice quell’installazione che ci permette di ricevere il segnale dai satelliti posti in orbita geostazionaria ad un’univoca posizione orbitale.

La rivoluzione digitale, iniziata per le trasmissioni da satellite pochi anni fa, ha compiuto passi da gigante, sostituendo quasi completamente la gloriosa trasmissione analogica. Grazie a questa tecnologia una gran quantità di programmi si è resa disponibile. Ora attendiamo la prossima rivoluzione: la multimedialità. A questa marcia occorre assolutamente partecipare. Per essere partecipe di questa rivoluzione, il primo passo, indispensabile, è munirsi d’impianto per la ricezione dei segnali trasmessi dai satelliti. Con questi articoli vogliamo aiutarvi a districarsi in un campo che, all’apparenza complesso, è alla portata di tutti.

Sicuramente, fra le diverse tipologie d’impianto, quello fisso monofeed è sicuramente il più semplice e meno oneroso. In cosa consiste? Cerchiamo di aiutarvi, prima a capirne il funzionamento e poi a scegliere i materiali più adatti.

Come s’intuisce dal nome “monofeed, o singolo illuminatore”, si dice quell’installazione che ci permette di ricevere il segnale dai satelliti posti in orbita geostazionaria ad un’univoca posizione orbitale. Esempi sono quelli posti a 13° est, chiamati HotBird, che fanno parte della flotta Eutelsat e sono i più interessanti per noi, poiché da essi riceviamo una nutrita schiera di programmi trasmessi in Italiano. Stesso discorso vale per i popoli Scandinavi, per i quali i satelliti di riferimento sono i THOR posti ad 1° Ovest, mentre per i Tedeschi e Inglesi la flotta ASTRA a 19,2° est è di maggior interesse. Si può comunque affermare che, attualmente, ogni popolo ha la possibilità di ricevere uno o più satelliti che trasmettono i programmi adatti alla propria cultura. Le immagini, che arrivano fino a noi, percorrono diverse tappe, in ognuna delle quali subiscono dei ” trattamenti ” che le rendono idonee ad essere trasmesse dai satelliti, e in fine visibili con il ns. televisore.

La fase d’invio al satellite dei programmi è chiamata ” UP link ” e la fase di ritrasmissione dei segnali da parte del satellite “down link”. Le frequenze di down link, di ns. interesse, sono comprese in una banda chiamata KU, con range da 10,70 a 12,75 Ghz. Questa è la più diffusa in Europa, suddivisa in sottobande, ma noi generalmente parliamo di banda “bassa (fino a 11.70GHz) e alta (fino a 12,75GHz) “. Con l’avvento dei programmi trasmessi in digitale e la messa in orbita di satelliti sempre più potenti, l’impianto satellitare rappresenta per appassionati e normali utenti una fonte inesauribile d’informazioni e spettacoli.

La tecnologia digitale, che ha recentemente soppiantato la trasmissione analogica, presenta molti vantaggi fra cui:

  • Alta definizione delle immagini e suono comparabile ad un compact disc.
  • Dal singolo “transponder ” si possono irradiare numerosi programmi.
  • Servizi dati per privati e aziende
  • Internet ad alta velocità
  • Multimedialità
Orbita Geostazionaria

Sir Arthur Clarke … chi è costui! (direbbe un famoso personaggio manzoniano), fu colui che per primo, ipotizzò il lancio in orbita di tre satelliti per telecomunicazioni, distanziati di 120 gradi tra loro e che sarebbero serviti per coprire con il loro fascio ogni angolo del globo. L’orbita, che prese poi il suo nome, è stata individuata a 36.000km dalla superficie della terra e sulla verticale dell’equatore. In quest’orbita geostazionaria il satellite è visto da terra come un punto fermo, dato che si muove in senso uguale e con la stessa velocità’ del nostro pianeta, questo è possibile con il fatto che la forza di gravità e la forza centrifuga si bilanciano.

Il Digital Video Broadcasting

Nel 1994 il consorzio DVB ha approvato lo standard della trasmissione via satellite per le applicazioni digitali. Prima di essere inviato al satellite le immagini e suoni sono sottoposti ad un procedimento di digitalizzazione e trasformati in una serie di bit. Il risultato che si ottiene è un numero impressionante di bit che diventa impossibile trasportare con la larghezza di banda a disposizione dei transponder satellitari, invece dei 27-36Mhz utilizzati, ci vorrebbe una larghezza di banda di 110 Mhz. Occorre ridurre questo numero ma senza compromettere il risultato finale, le immagini. Questo è reso possibile con la tecnica di compressione che secondo lo standard MPEG-2, riduce di fatto questi bit. Il principio di funzionamento sfrutta la ridondanza, temporale e spaziale che una serie d’immagini fisse o in movimento possiede. I fotogrammi che si susseguono in un’immagine tv contengono molte somiglianze, confrontandole, sono trasmessi solamente quelle parti di fotogramma che sono differenti rispetto al precedente, questo è il tipo di ridondanza temporale. Immaginiamo un prato verde, tutti i pixels adiacenti che compongono l’immagine del prato sono ridondanti nello spazio. Si utilizza questa ridondanza per ridurre il numero di pixels da trasmettere, e si manda un’informazione che indica di quante volte bisogna duplicare quel pixel nella linea. La compressione temporale e spaziale riduce notevolmente la quantità d’informazioni trasmesse per ogni fotogramma.

Est e Ovest

Moltissimi sono attualmente i satelliti in orbita geostazionaria, ognuno di essi o gruppo, occupa una posizione angolare ben definita dalla longitudine del satellite rispetto al meridiano di Greenwich. Quando affermiamo che dobbiamo puntare l’antenna ai 13° gradi Est o a 19° gradi est, non facciamo altro che ribadire questo concetto. La fascia di Clarke si presenta vista da terra come un arco con la massima elevazione a Sud, con altezze che si riducono man mano che ci si allontana dallo stesso, fino a raggiungere l’orizzonte, che è anche il limite massimo estremo per l’allineamento con l’orbita geostazionaria.

Vediamo ora quali sono gli elementi principali che compongono un impianto fisso monofeed:

  • L’antenna parabolica con supporto AZ/EL
  • L’illuminatore, il polarizzatore e il convertitore, più comunemente LNB
  • Il cavo coassiale
  • Il ricevitore, analogico o digitale.
Osvaldo

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